sabato 2 maggio 2015

Il pastore del monte Cristallo

Sul monte Cristallo – racconta la leggenda – si ergeva, un tempo, uno splendido castello, abitato da una bellissima principessa. In molti avevano chiesto la sua mano, ma tutti i pretendenti erano stati rifiutati perché non capaci di superare la prova che ella imponeva loro: raccontare una storia originale e verosimile che la riguardasse.

Molti narratori perdevano il filo, confusi dalla bellezza della giovane; altri esageravano con la fantasia; altri non superavano le domande finali del ciambellano di corte che metteva alla prova i narratori per testare la credibilità del racconto.

Un giorno la principessa udì cantare una canzone che le piacque molto e volle sapere chi l'avesse composta. Venne così a sapere che era di un pastore, Bertoldo, pazzamente innamorato di lei. Il giovane aveva cercato di partecipare alla gara a corte, ma non era stato ammesso al cospetto della principessa perché considerato di troppo umile rango.

La principessa, però, volle dare anche a lui una possibilità e, subito, Bertoldo accorse.

«La storia che intendo narrare – esordì Bertoldo – è di tempi e luoghi lontani dalla Terra. È successo tutto nel Campo dei Beati, il luogo dove si vive nella gioia, prima di essere chiamati alla vita sulla Terra. Lì ognuno ha un suo compito: voi, bella principessa, eravate una regina amata da tutti; io, invece, ero un pastore e passavo tutti i giorni sotto le vostre finestre cantando per voi.
Un giorno, un angelo annunciò che era giunta l'ora di iniziare la vita terrena. Si informò su come ognuno avesse svolto il suo compito e noi due fummo lodati per la nostra diligenza nel compiere il nostro dovere. L'angelo ci permise di esprimere un desiderio che si sarebbe poi realizzato sulla Terra. Io ero seduto accanto a voi e, guardando i vostri meravigliosi occhi azzurri, espressi il desiderio che anche quaggiù il vostro sguardo potesse essere lucente e meraviglioso.
Voi, per ricompensarmi, chiedeste che venisse esaudito il più grande desiderio che io avessi avuto sulla Terra. La mia preghiera è stata esaudita perché voi avete sempre gli stessi celestiali occhi, ma non so se l'angelo ha accolto la vostra richiesta».

La storia vedeva protagonista la principessa ed era verosimile perché nessuno sa cosa succede prima di venire al mondo. Il ciambellano chiese come mai Bertoldo era l'unico a ricordarsi del Campo dei Beati e il pastore, tranquillo, rispose: «Tutti ce ne possiamo ricordare nel momento in cui rivediamo l'ultima cosa vista lì: e io ho rivisto gli occhi della principessa».
Era attendibile, e il ciambellano non riuscì a trovare nient'altro da contestare: la prova era superata.

La principessa sorrise porgendo la mano al pastore, donandogli con quel gesto se stessa e il suo regno.

Il nome di Bertoldo è rimasto da allora legato a monte Cristallo e, infatti, gli abitanti di Ampezzo lo chiamano tuttora "Croda de Bertoldo" (Rupe di Bertoldo).




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